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rassegna stampa

Monfalcone gasata

Ovvero come si rischia di mancare un’opportunità per chiudere con la dipendenza dai combustibili fossili e avviare un passaggio verso le energie rinnovabili

Entrando a Monfalcone si nota il camino della centrale a carbone, a righe bianche e rosse che fuma in mezzo alle industrie. Una centrale a carbone nata negli anni ’60 del secolo scorso, che si era ingrandita nel tempo e via, via integrata con una parte ad olio combustibile ( poi dismessa grazie a normative europee) con un Aia in scadenza al 2025. L’attuale proprietà, A2a, è la più grande multiutility pubblica italiana, fa capo ai comuni di Milano e Brescia, e si occupa di rifiuti, inceneritori, ed energia. L’A2a ha presentato una richiesta, a dicembre 2019, di Valutazione di Impatto Ambientale ai ministeri competenti per utilizzare l’area bonificata, della parte ad olio combustibile dell’impianto di Monfalcone, insediando una centrale a gas nel golfo di Panzano. La fornitura del gas verrebbe garantita dalla rete Snam. La vetusta parte a carbone rimarrebbe in loco, pronta per l’”emergenza”. La società ha facoltà, grazie alla ex provincia di Gorizia che aveva concesso, di produrre il 10% di energia con rifiuti certificati (oli, carcasse di animali infetti e altro). (altro…)

Il taglio degli alberi alla stazione di Redipuglia

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immagine tratta dal gruppo facebook “Sei di Redipuglia se …….”

Segue galleria fotografica e video a cura del Collettivo difesa litorale carsico e Rassegna stampa (altro…)

“No al rigassificatore”, lunedì prossimo nuova mobilitazione

CRONACA La protesta organizzata in concomitanza con la visita a Trieste del ministro Moavero e della commissaria europea Reding

10.9.2013 | 14.00 – Nuova mobilitazione contro il discusso rigassificatore di Trieste-Zaule, il cui progetto non è morto, bensì più vivo che mai. E questo nonostante numerosi ambienti politici locali, nei mesi scorsi, lo abbiano dato per tramontato. Lunedì 16 settembre, in concomitanza con la visita a Trieste della commissaria europea Viviane Reding e del ministro per gli affari europei Enzo Moavero, Wwf, Legambiente, Italia Nostra e il Comitato “Trieste dice no al rigassificatore” hanno organizzato (a partire dalle 14,30 davanti alla Stazione Marittima) una nuova mobilitazione per ribadire la contrarietà al progetto.  (altro…)

Ferriera 29 luglio 2013

Alla Ferriera il vento ha sollevato impressionanti nuvoloni di polvere di carbone che hanno ricoperto i rioni di Servola e di Valmaura.

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Il carbone pulito non esiste

Report iniziativa dell’8 giugno

 

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Val Rosandra devastata, Ciriani a giudizio

Citazione diretta per l’assessore regionale, il direttore della Protezione civile Berlasso e tre funzionari

da Il Piccolo del 21 marzo 2013

Gli effetti della “pulizia” in Val Rosandra nel 2012

L’assessore regionale alla sanità Luca Ciriani (candidato del Pdl nella circoscrizione di Pordenone alle regionali), il direttore regionale della Protezione civile Guglielmo Berlasso, i funzionari Cristina Trocca e Adriano Morettin e Mitja Lovriha, caposervizio dell’area ambiente e lavori pubblici di San Dorligo, compariranno davanti al giudice per rispondere dello scempio della Val Rosandra compiuto tra il 24 e il 25 marzo dello scorso anno. Lo ha disposto il pm Antonio Miggiani che li ha citati direttamente chiedendo al giudice la fissazione dell’udienza al più presto possibile. Lo stesso pm ha indicato al gip Luigi Dainotti che vanno archiviate le posizioni di Fulvia Premolin e Antonio Ghersinich, rispettivamente sindaco e vice di San Dorligo e di Luca Bombardier, titolare della ditta specializzata i cui dipendenti, in forza di un contratto con la Protezione civile, hanno raso al suolo una delle tra le zone ecologicamente protette della provincia di Trieste. Ma – è bene chiarirlo – il giudice Dainotti non si è ancora espresso e ha chiesto al pm l’intero fascicolo sulla devastazione del sito protetto. Secondo il pm Miggiani, Premolin e Ghersinich sarebbero stati presi in contropiede dalla Regione e dalla Protezione civile e non avrebbero avuto nemmeno il potere di fermare quella che ironicamente era stata chiamata la calata degli Unni su San Dorligo. Una calata avvenuta alla presenza dell’assessore Ciriani (allora aveva la delega all’ambiente) giunto in elicottero per vedere dall’alto l’effetto della motosega selvaggia. (altro…)

Sentiero Rilke, per comprarlo serve mezzo milione di euro

da Il Piccolo del 27 febbraio 2013

Véronique Torre e Tasso: stima datata 1987, non chiediamo alcuna rivalutazione In alternativa affitto da 30mila euro annui. A Duino cittadini pronti a formare un’associazione: prendiamocelo noi

di Tiziana Carpinelli

Un’immagine del Sentiero Rilke tra Sistiana e Duino

Anche le meraviglie della natura hanno un prezzo e quello del sentiero Rilke, la passeggiata panoramica con vista mozzafiato sulle falesie di Duino, è di mezzo milione di euro. Trentamila all’anno, cifra ancor più accessibile, per prenderlo invece in affitto. Ma solo se compravendita o locazione andranno in porto, allora sarà scongiurata la chiusura, il 13 aprile, del famoso sentiero dedicato al poeta dei “Sonetti a Orfeo”. Non dovesse accadere, addio alle centinaia di visitatori ed escursionisti che ogni week-end fanno tappa a Duino e Sistiana.

Lo conferma la principessa Véronique, precisando che il mezzo milione è frutto di una «stima effettuata da un organo terzo, l’Intendenza di finanza, già nel 1987 nel corso della dichiarazione di successione per la morte del principe Raymond», padre di suo marito, Carlo Alessandro della Torre e Tasso. All’epoca si parlava di 900 milioni di lire. «Somma che abbiamo lasciato uguale a 26 anni fa, senza chiedere una rivalutazione – chiarisce Véronique – poiché sappiamo delle difficoltà in cui versano gli enti pubblici in questo momento e non è certo nostro intento specularci sopra».

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Vescovini compra una pagina de Il Piccolo

Vescovini compra una pagina de Il PiccoloPolvere alla polvere, cenere alla cenere…per altri quaranta anni 140 TONNELLATE all’anno di polveri e metalli pesanti…….

Ho deciso di acquistare una pagina del quotidiano per esprimere la mia preoccupazione riguardo alle scelte che la nostra amministrazione sta per fare sul futuro della centrale termoelettrica, scelte molto difficili e che a mio parere influenzeranno pesantemente la nostra vita nei prossimi anni.
Non lo faccio per interesse economico, tantomeno per presunte mie velleità politiche (esperienza chiusa per sempre), ma perche’ anche io sono un cittadino e a modo mio voglio PARTECIPARE alle decisioni che riguardano la mia salute e quella dei miei 400 dipendenti.
Perche’ come loro per 10-12 ore ogni al giorno, lavoro e respiro a Panzano, sotto il camino bianco e rosso, purtroppo in direzione dei venti prevalenti (nord-est) e sono conseguentemente assai interessato a cio che entra nei miei polmoni e sopratutto a cio che vi entrerà….Dalle informazioni in mio possesso dovrebbero avere le mi stesse preoccupazioni gli abitanti di Panzano,Staranzano,Ronchi,Turriaco,San Canzian,Fossalon che per loro disgrazia sono ‘sottovento’ come il sottoscritto…Io la mia Seima la celebro ogni giorno guardando il fumo della centrale….e il borin non e’ il massimo neanche nel mio caso….
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Centrale, 500 firme contro il carbone

da Il Piccolo VENERDÌ, 07 DICEMBRE 2012 Pagina 23 – Gorizia-Monfalcone

Raccolte in poche ore dal Collettivo difesa litorale carsico e da “Bisiacaria in movimento”: «La petizione andrà avanti»

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Il piano industriale presentato da A2a è un incubo per gli isontini

Comunicato stampa

Il piano industriale presentato da A2a è un incubo per gli isontini.
La più grande multiutility del Nord Italia si appresta a colonizzare Monfalcone con piglio e decisionismo tipicamente lombardo (ogni riferimento a governatori dalle giacche multicolori è puramente casuale). Dal centro economico del Paese l’azienda arriva in questa estrema provincia orientale e spaccia l’incenerimento di rifiuti per “risorse rinnovabili”, l’utilizzo del carbone per “innovazione verde”, come se stesse offrendo perline a una sperduta tribù africana del XIX secolo. Progetta l’ampliamento di una struttura ad alto impatto ambientale nel pieno centro di una cittadina e pretende pure di essere ringraziata. Non manca mai, poi, lo specchietto per le allodole dei posti di lavoro: si sbandierano nuove assunzioni, vincolandole però alla necessità di avere mano libera nell’allargamento della centrale.
Si tratta del consueto ricatto, “o il lavoro o la salute”, che vediamo ripetersi in tutta Italia dall’Ilva alla Ferriera di Trieste.
Nell’ottica di A2a  Monfalcone è una pattumiera dove può convivere di tutto: fabbriche chimiche, cartiere, porti, cantieri, centrali a carbone. La “avanzatissima” azienda propone una visione anacronistica dello sviluppo, ammantandola con il linguaggio ipocrita del politicamente corretto, proprio mentre il governo va in direzione opposta e parla della necessità di “decarbonizzare” l’economia italiana. Al di là delle considerazioni su grande scala, però, il problema principale è sempre lo stesso: la salute. Il carbone (verde, rosso o nero che sia) inquina e fa ammalare le persone. Investire sul carbone laddove precisi accordi prevedevano fosse sostituito con il gas significa giocare con la vita delle persone nel nome del solito dogma, che in questo Paese sembra giustificare ogni sopruso: il profitto.

Collettivo per la difesa litorale carsico

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