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CARBONE

Monfalcone gasata

Ovvero come si rischia di mancare un’opportunità per chiudere con la dipendenza dai combustibili fossili e avviare un passaggio verso le energie rinnovabili

Entrando a Monfalcone si nota il camino della centrale a carbone, a righe bianche e rosse che fuma in mezzo alle industrie. Una centrale a carbone nata negli anni ’60 del secolo scorso, che si era ingrandita nel tempo e via, via integrata con una parte ad olio combustibile ( poi dismessa grazie a normative europee) con un Aia in scadenza al 2025. L’attuale proprietà, A2a, è la più grande multiutility pubblica italiana, fa capo ai comuni di Milano e Brescia, e si occupa di rifiuti, inceneritori, ed energia. L’A2a ha presentato una richiesta, a dicembre 2019, di Valutazione di Impatto Ambientale ai ministeri competenti per utilizzare l’area bonificata, della parte ad olio combustibile dell’impianto di Monfalcone, insediando una centrale a gas nel golfo di Panzano. La fornitura del gas verrebbe garantita dalla rete Snam. La vetusta parte a carbone rimarrebbe in loco, pronta per l’”emergenza”. La società ha facoltà, grazie alla ex provincia di Gorizia che aveva concesso, di produrre il 10% di energia con rifiuti certificati (oli, carcasse di animali infetti e altro). (altro…)

TGR: Centrale a carbone

ANALISI SUL TAVOLO LETTURE DIFFERENTI

TGR3 del 7 settembre 2016 ore 19.30 A2A

Sul Piano energetico regionale

Il Piano enMonfalcone, fumo nero dalla centrale i cittadini protestano ergetico regionale puntualizza come il sensibile calo della domanda d’energia, che sembrerebbe permanere anche nei prossimi anni, mette in crisi la produzione attraverso le centrali termoenergetiche convenzionali (A2a di Monfalcone).

Le centrale di Monfalcone produce attualmente 310 MW e solo il 25% del prodotto serve per il fabbisogno regionale. Una vera inezia produttiva se paragonata alla centrale di cogenerazione di Torviscosa che produce la bellezza di 771 MW netti che restano in loco.

Si potrebbe chiudere? Certo, se si calcolano i costi /benefici di una centrale sessantennne che si nutre di carbone e biomasse, collocata in un territorio massacrato come il monfalconese, che ha pagato l’insediamento dell’industria pesante con la vita dei suoi cittadini e con la distruzione paesaggistica, la chiusura dovrebbe essere logica conseguenza in un Paese normale, salvaguardando i posti di lavoro. (altro…)

Monfalcone: una centrale a carbone a impatto quasi zero!!!???

Con sconcerto leggiamo le dichiarazioni rilasciate da Fulvio Daris dell’Arpa e dall’assessore all’ambiente Sara Vito dove si evidenzia come l’inquinamento della centrale a carbone A2a di Monfalcone risulti quasi ininfluente rispetto al contesto ambientale contiguo.

“Non si riscontrano grandi discrepanze” fra la centrale chiusa e in funzione, ergo: il traffico del carbone in porto che viene combusto in un camino sessantenne alto 150 metri se non è benefico aerosol poco ci manca.

 Credo sia la prima volta che si smentisce l’OMS ( Organizzazione Mondiale della Sanità) che attraverso l’analisi dell’inquinamento delle centrali a carbone in tutta Europa ha stabilito inequivocabilmente la correlazione fra la combustione del carbone e il cancro con una media di 47 morti accertate all’anno nei territori limitrofi alle centrali.

Dati talmente inconfutabili da far scattare l’allarme in Europa che si appresta a legiferare sulla ricaduta dei metalli pesanti in forma restrittiva.

Venerdì 14 novembre, a Staranzano, sono stati presentati i dati dello studio provinciale sull’inquinamento della centrale, relatore un fisico ambientale e climatologo di Greenpeace che aveva illustrato i danni accertati del carbone, sia sulla salute che sui cambiamenti climatici.

 Parlando di Monfalcone aveva fatto rilevare come il tipo di inquinamento prodotto dalla A2a fosse lo stesso che aveva sancito la chiusura della centrale di Porto Tolle e che decreterà la fine del carbone a Vado Ligure.

 La relazione della Provincia aveva indotto il dott.Scottoni, dirigente di A2a, a prender la parola per illustrare al pubblico presente, attraverso delle slide che sintetizzavano lo studio Arianet sulla ricaduta dei metalli pesanti e degli inquinanti nel monfalconese. 

Tale studio, pagato da A2a, quasi assolve la centrale a carbone ritenuta responsabile di una minima parte dell’inquinamento. Lo studio addebita la maggior parte dell’inquinamento alle industrie, al traffico,all’aeroporto e al porto.

Il fisico chiamato a commentare quanto illustrato da Scottoni rispose che non avendo mai visto lo studio non poteva confutarne i dati. 

Certo è che l’inquinamento del carbone è cosa ormai nota e la mortalità illustrata nella presentazione derivava da dati forniti dalla Organizzazione Mondiale della Sanità. Quello che colpiva, secondo il fisico, nelle slide di A2a era l’assenza del parametro più importante nella quantificazione del danno alla salute che era il PM 2,5. Scottoni a testa bassa affermò che tale parametro non era stato valutato.

 Il fisico ambientale concluse l’intervento dicendo che se le fonti inquinanti sono quelle descritte dallo studio Arianet e ai morti accertati della centrale si debbono sommare chissà quanti altri solo dei folli possono decidere di proseguire con il carbone in un simile contesto. 

Liviana Andreossi

Collettivo per la Difesa del Litorale Carsico

 

Centrale

Domenica 5 ottobre la centrale A2a era in festa! Grazie al contributo della locale Pro Loco aveva organizzato una festa con musica e cibo ( a pagamento) e visita centrale.
La visita me la sono risparmiata, ho però ascoltato la presentazione dell’ingegnere preposto.
In sintesi: la centrale va e andrà avanti a carbone, tutelerà la salute con filtri e denitrificatori, perchè la produzione di energia con il carbone costa meno di qualsiasi fossile. (altro…)

Comunicato

Leggere su Il Piccolo che il leghista Razzini chiede di spostare il rigassificatore di Zaule a Monfalcone può  un po’ inquietare perchè non si può che pensare a una boutade di chi ormai non ha niente da  perdere, sentire il sindaco di Monfalcone Silvia Altran dire che è una buona idea è già un’altra  cosa. (altro…)

Forse è il caso di dire: finalmente!

Finalmente la classe politica comincia ad articolare una opposizione concreta ai diktat di A2a. Le ambiguità della azienda nel proporre la riconversione a carbone ( 350 MW che son diventati 675 MW) con annessa combustione di rifiuti, in un territorio che ha tanto dato comincia ad essere, concretamente, smascherata.
Peccato che i politici hanno,eccetto rare eccezioni, sempre brillato per l’assenza tutte le volte che A2a ha presentato il piano industriale.
Nell’ultima occasione, al Palace, dove c’è stata la moltiplicazione dei pani e dei pesci; dove l’A2a ha confermato che l’AIA sarà richiesta per una potenza a carbone di 675 MW l’assenza degli amministratori locali e dei politici regionali era tangibile.
Qualsiasi azienda sfonda una porta aperta quando non esiste opposizione politica a difesa del territorio.Dove, nonostante l’altissima incidenza di tumori e malattie correlate all’inquinamento nessuno chiede venga applicato il principio di precauzione e gli accordi vengono firmati da sindaco e azienda.
 Eppur qualcosa si muove: è di qualche giorno fa la proposta politica di un referndum consultivo per l’opzione a carbone della centrale da parte di un politico di maggioranza. Carbone da sempre avversata dall’opposizione che siede sui banchi del consiglio comunale monfalconese.’
E’ anche vero quanto affermato dal vicesindaco di Monfalcone Omar Greco che l’A2a non può essere un problema di Monfalcone, A2a è un problema non solo nazionale ma planetario ed è ora che se ne prenda atto. La Cina ci insegna, attraverso uno studio pubblicato su PNAS, che il legame fra l’inquinameto e le aspettative di vita è strettamente correlato. La politica del governo cinese di fornire carbone gratuito per il riscaldamento ai residenti del fiume Huahie ha portato ad un inquinamento atmosferico nel nord della Cina superiore del 55 per 100 rispetto al sud. Questo fatto incide sula qualità e sulle aspettative di vita dei cinesi con una riduzione di 5,5 anni per problemi cardio respiratori. Vogliamo fare la fine dei cinesi?

Ferriera 29 luglio 2013

Alla Ferriera il vento ha sollevato impressionanti nuvoloni di polvere di carbone che hanno ricoperto i rioni di Servola e di Valmaura.

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Il carbone pulito non esiste

Report iniziativa dell’8 giugno

 

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DAL CARBONE ALLE RINNOVABILI: UN PASSAGGIO OBBLIGATO VERSO LA SALUTE

monfcarbonerIl carbone pulito NON ESISTE

8 GIUGNO 2013

DALLE 17.30 ALLE 20.00

PALAZZETTO VENETO
VIA SANT’AMBROGIO

MONFALCONE

Il carbone è il principale responsabile dell’aumento dell’anidride carbonica e dei cambiamenti climatici!
Monfalcone ha pagato duramente il suo tributo di città martire per i morti d’amianto.
Domanda: quanti lutti hanno prodotto i sessant’anni di carbone e olio combustibile?
A2A disattendendo tutti i protocolli firmati su riconversione e controlli, vuole imporre carbone per altri quarant’anni. Questo non è accettabile.
Possiamo fidarci di un azienda che controlla sè stessa?
Si controlla talmente bene che un unico dipendente è riuscito ad organizzare per lungo tempo un traffico illecito di rifiuti con il contributo della criminalità organizzata.
Cosa è uscito da quel camino? I controllori dell’A2a dormivano?
Il 10% di energia verrà prodotto da “biomasse”: visti i trascorsi saranno “biomasse”a norma?
I cittadini di Monfalcone e di tutti i comuni limitrofi, ove ricadrebbero le polveri e gli inquinanti, vogliono tutelare sia i posti di lavoro dei dipendenti dell’ A2A, sia la loro salute.
Non è una pretesa , è un diritto .

E’ ORA DI DIRE BASTA!

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