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Su carbone e democrazia

A Monfalcone la cittadinanza aveva votato” no” in due referendum consultivi: contro l’ampliamento a carbone della centrale Enel negli anni ’80 e contro il rigassificatore proposto della Snam negli anni ’90.
Attualmente il sindaco censura il sistema referendario dimostrandosi contraria alla democrazia partecipata, forse il sindaco ritiene il voto dei cittadini uno strumento da relegare unicamente  alla scelta della rappresentanza politica? Ma che classe politica ha avuto Monfalcone in questi anni?
Negli anni ottanta Monfalcone aveva detto no al carbone e votando il “no al carbone” non voleva dire “sì all’olio combustibile”. L’ampliamento della centrale con l’olio combustibile fu il frutto di accordi e scellerate scelte politiche. L’ampliamento della centrale con i gruppi ad olio combustibile fu “compensato” con quattro soldi: il teatro e poco altro…
Il sindaco rimpiange il rigassificatore della Snam  come foriero della metanizzazione della centrale?
La Snam e l’Enel, al tempo del progettato rigassificatore, non avevano sottoscritto alcun accordo per la metanizzazione della centrale. Consiglio al sindaco e ai nostalgici del rigassificatore di andare a rivedere gli atti. L’Eni e l’Enel dovevano sistemare il gas acquistato in Nigeria con clausola capestro: stoccaggio in tempi brevi per evitare una multa disastrosa, questo era il motivo reale. Benefattori Monfalcone non ne ha mai avuti ed è sempre stata considerata territorio di rapina.
I cittadini di Monfalcone  si erano espressi contro il rigassificatore ( per la stesse ragioni che animano ora la città di Trieste e la Slovenia) e non contro il metano che arrivava e arriva abbondantemente in Regione.
Il metano era una soluzione auspicabile e, allora, perchè il protocollo del 2004 che ne prevedeva la realizzazione attraverso il collegamento con Villesse non è stato mai rispettato? Per colpa di chi? Colpa dei cittadini o di una classe politica che definire inadeguata  rende benevoli?
Monfalcone ha pagato cinquant’anni di carbone, ci sembrano abbastanza, l’A2a deve capirlo e farebbe bene a non puntualizzare  che una centrale a carbone con un sistema di coogenerazione non è un inceneritore. Questo è chiaro a tutti, come è chiaro a tutti che il 10% ca di quanto verrà bruciato nella centrale è “rifiuto”, a norma e ecompatibile fin che si vuole, ma sempre di rifiuti si tratta e i rifiuti nel nostro Paese rendono soldi.



Collettivo per la difesa del litorale carsico

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Appuntamenti:

Sabato 1 dicembre volantinaggio a Staranzano: scarica il pdf del volantino

Mercoledì 5 dicembre banchetto con Bisiacaria in MoVimento alla fiera di San Nicolò a Monfalcone con raccolta firme contro il carbone.

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