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A2a: un piano “furbo”

Il piano industriale presentato al consiglio comunale di Monfalcone il gg.19 novembre dagli azzimati dirigenti di A2a  appare un piano “furbo”.
Con la più disinvolta faccia di tolla possibile hanno sconfessato il sindaco, che per presentare la serata aveva letto il protocollo sottoscritto poco tempo prima fra le parti.
L’A2a si era impegnata a rispettare il protocollo del 2004, che prevedeva la riconversione a gas dei gruppi ad olio combustibile. Protocollo scritto sull’acqua e smentito istantaneamente dall’azienda, che ha illustrato come primo argomento la diseconomicità e il  difficile approvvigionamento del gas (che sta arrivando in Regione da ogni dove, ma l’ A2a lo ignora ) e incensato il carbone di “ultima generazione”.
Un azienda in crisi finanziaria, con le azioni in caduta libera e declassata dalle agenzie di rating viene a Monfalcone a promettere soldi per tutti: per le iniziative culturali, per le università, per l’ambiente, per le indagini epidemiologiche… e chi più ne ha più ne metta. Non puzza di bruciato?
Per rendere digeribile il piano l’azienda ha parlato di due fasi: nella prima la costruzione del mirabile nuovo gruppo a carbone, gruppo che prevede la copertura del parco carbone per operare in ambiente chiuso (ammettendo, implicitamente, che il carbone all’aria aperta come adesso e come lo sarà per i prossimi cinque anni costituisce un pericolo per la salute! ). Nella seconda fase la dismissione dei gruppi obsoleti. Il tutto avverrà fra cinque anni; intanto si amplia la produzione con il nuovo gruppo, e per l’abbandono dei vecchi si vedrà, Le solite promesse scritte sull’acqua? Per l’azienda è fondamentale la cogenerazione, ovvero la possibilità di bruciare il 10% dei rifiuti nella centrale. Di che rifiuti si tratti non è dato di capire, ma sicuramente con i gruppi nuovi la quantità aumenterà e non di poco, e questo è il vero business.
Affare che include anche lo smaltimento delle ceneri, che diventando materiale compatibile possono essere vendute per mescolarle al cemento. L’A2a fornisce materiale usato per strade, viadotti, TAV…)
Abbiamo assistito sgomenti a questa presentazione, dove abbondavano parole come green economy, energie alternative, rispetto per l’ambiente e il territorio. La sostanza, si sospetta, è diversa e i fatti parlano chiaro: l’Italia è maglia nera in Europa per l’inquinamento ambientale, la vita media dei cittadini che abitano in zone inquinate è più corta di 8/24 mesi rispetto alle altre popolazioni europee, il nostro Paese paga pesantissime multe perché non rispetta i parametri ambientali ma le aziende continuano a fare affari sulla pelle degli abitanti e dei territori, A2a rientra nel mazzo? Forse ne abbiamo avuto un assaggio lunedì sera.
Collettivo per la difesa del Litorale Carsico
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Nota sulla posizione dei sindacati:
Non ci ha stupito la posizione espressa dai sindacati Filctem Cgil, Flaei Cisl e Uilcem che con una analisi superficiale e frasi demagogiche si schierano risolutamente a favore del piano industriale di A2a. La cosa non fa che riconfermare la miopia e la distanza tra la vita concreta della gente e le burocrazie sindacali, (e quelle politiche)  che preferiscono evitare contrasti con il potere (politico e industriale) invece di difendere realmente i diritti di cittadini e lavoratori.
Come Collettivo siamo profondamente convinti che la battaglia per il diritto al lavoro e al reddito sia di primaria importanza, particolarmente nella situazione attuale. Tuttavia, non si può più cedere al ricatto di un lavoro in cambio della salute, in aperta contrapposizione alle manifestazioni espresse da più settori della popolazione locale.
È necessario evitare che anche a Monfalcone si replichi quanto succede a Taranto ma il rischio ambientale e l’atteggiamento delle parti in causa (tra cui i sindacati che ricordano gli omologhi sindacati dei metallurgici per l’Ilva) è drammaticamente simile.
Noi non molleremo.

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