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NO TAV

TAV: INUTILE E DANNOSA

Questo il testo del volantino distribuito domenica 20 maggio 2012 alla marcia dei tre laghi presso Selz:

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Corridoio 5, binario morto

Inchiesta de La Repubblica

Corridoio 5, binario morto

C’era una volta l’Alta velocità europea. Un sogno nato negli anni ’90: unire i due estremi del continente con una grande rete di treni veloci. Quasi vent’anni dopo, il progetto stenta a decollare e deve fare i conti con la crisi e alcune defezioni. Viaggio sulla linea che (ancora) non c’è tra Lisbona e Kiev

Repubblica di LUCA RASTELLO (altro…)

TAV: DISTRUZIONE, NON LAVORO

Volantino per la manifestazione del 1° maggio a Gradisca d’Isonzo:

Il 26 aprile ad Opicina il Consiglio sindacale interregionale Nord Est Fvg-Slovenia, cui aderiscono Cgil, Cisl, Uil, Zsss e Ks 90, afferma che il Corridoio V, ma di conseguenza l’Alta Velocità ferroviaria, “doveva e deve continuare a rappresentare una priorità strategica”; non molto tempo fa parlando delle vicende in Valsusa anche la segretaria nazionale Susanna Camusso aveva ribadito di essere a favore del TAV in quanto porta occupazione.
Queste posizioni cadono come una vera mazzata sui cittadini della Valsusa e del Carso e in particolare su tutti quei militanti iscritti ai sindacati confederali che sono impegnati a contrastare la politica delle grandi opere che pesano sul debito pubblico nostro e dei nostri figli.
Sostenere – anche quando la ferrovia tradizionale ha enormi potenzialità volutamente non utilizzate – che una grande opera va realizzata solo perché porta lavoro significa aver un’idea “arcaica” del modello di sviluppo, tutto centrato su grandi opere invasive e fortemente impattanti sul territorio. Il lavoro si costruisce liberando l’economia dalle infiltrazioni mafiose e dagli interessi affaristici, puntando su ricerca, innovazione, scuola e ambiente che per un paese come il nostro sono le principali materie prime.
Noi vogliamo ricordare alla Camusso e ai sindacalisti italiani e sloveni che il TAV non crea lavoro ma lo distrugge, non riduce l’inquinamento ma devasta l’ambiente e mette in discussione centinaia di falde acquifere con gravi conseguenze sul benessere complessivo delle popolazioni della regione.
Infine questi sindacalisti di professione dovrebbero chiedersi quanti posti di lavoro si potrebbero creare con gli oltre 50 miliardi (il costo complessivo dell’opera) se fossero investiti ad esempio in nuove tecnologie, ricerca, interventi sociali o politiche di sostegno al reddito per disoccupati.
Un Km di TAV costa 150 milioni con i quali si potrebbero costruire, 50 asili nido, un ospedale da 300 posti, introdurre un reddito di cittadinanza, ecc.
Il TAV è e rimane un meccanismo perverso di trasferimento di soldi dallo stato sociale (sanità, trasporti, scuola, ecc.) alle tasche di pochi privati e dei loro lacchè ben saldi nei posti di amministratore pubblico (pardon di amministratore per conto terzi).

scarica il pdf del volantino
http://collettivodifesalitoralecarsico.noblogs.org
collettivodifesalitoralecarsico@distruzione.org

Cercheremo di prepararvi una calda accoglienza

da Il Piccolo del 27 aprile 2012

Il Comune fa lobby per l’Adriatico-Baltico

Incontro tra il sindaco Altran e l’eurodeputata Serracchiani. A fine maggio un vertice internazionale

25 APRILE: TRA VECCHI E NUOVI PARTIGIANI

Questo il testo del volantino distribuito a Monfalcone alle celebrazioni per l’anniversario della Liberazione.

25 APRILE
TRA VECCHI E NUOVI PARTIGIANI

A 67 anni dalla Liberazione dai nazi-fascisti una nuova minaccia colpisce il nostro territorio: l’Alta Velocità Ferroviaria.

Simbolicamente come Collettivo Difesa Litorale Carsico partecipiamo alla commemorazione del 25 aprile a Monfalcone in quanto il Collettivo come assemblea popolare di resistenza, fa propria l’eredità della Resistenza storica contro il nazifascismo, che fu lotta per la libertà dei popoli e dei territori e per la rivoluzione sociale, alla quale ci sentiamo accomunati nell’attuale lotta al fascismo di stato che sfrutta e militarizza il territorio e che reprime ogni forma di dissenso e di opposizione che gli impedisca di imporre gli interessi dei poteri forti.

Liberazione è un esercizio quotidiano di Resistenza sui territori
Liberazione vuol dire rifiutare ogni razzismo e fascismo, ogni retorica che promuova guerre tra poveri
Liberazione si esprime nell’essere Partigiani, dalla parte del 99% contro le speculazioni dell’1%
Liberazione significa difendere la Rete come potente strumento di cooperazione sociale, contro ogni censura
Liberazione non ha senso senza solidarietà reciproca e produzione comune di spazi di vita
Liberazione consiste nella conquista di diritti, case, reddito, scuola, soddisfazione dei bisogni oltre la miseria che ci vogliono imporre
Liberazione implica porsi la domanda ‘chi decide’ e rispondersi: noi, assieme
Liberazione non è difendere un potere costituito, ma trasformare il presente e rendere il futuro possibile

La battaglia NoTav è una lotta per i beni comuni: per la difesa dei territori, della salute e dell’ambiente, per i diritti e l’autodeterminazione.

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collettivodifesalitoralecarsico@distruzione.org

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Solidarietà con la Valsusa

La solidarietà del Collettivo per la difesa del litorale carsico ai cittadini della Valsusa nasce dalla comunanza: la loro lotta è la nostra lotta, siamo insieme contro i progetti di alta velocità ferroviaria che riteniamo il più grande sperpero di denaro pubblico che sia stato mai intrapreso nel nostro Paese.

L’insensatezza dell’opera è resa ancora più evidente dopo gli straordinari tagli dello stato sociale che stiamo vivendo: tagli alle ferrovie, alla  scuola, alla ricerca e sanità, alle pensioni e al lavoro.

Lo stato sociale viene sacrificato per “salvare l’ Italia”, ma per salvare il Paese da un debito pubblico che come un Moloch pesa su di noi e sulle generazioni future non sarebbe un buon inizio accantonare i progetti faraonici e recuperare l’esistente ampiamente sottoutilizzato? Per” salvare l’Italia” non è, forse, indispensabile una rete ferroviaria che colleghi il nord al sud potenziando  le infrastrutture nelle isole che quando va bene girano con la monorotaia? Una manutenzione capillare non favorirebbe l’incremento di posti di lavoro qualificati? Perché un a.d. delle ferrovie come Moretti viene nominato cavaliere del lavoro dopo i fatti di Viareggio?

E’ mai possibile che argomenti di buon senso dimostrati da cittadini consapevoli vengano travisati e chiamati “eversivi”? Forse l’eversione sta da qualche altra parte, sta dalla parte di chi usa messaggi di propaganda e si augura una repressione anche violenta sui cittadini inermi, cittadini che difendono il loro Paese e che pagano di persona la rivendicazione dei loro diritti.

In un Paese dove la classe politica ha usato turpiloquio e volgarità da dittatura  delle banane veder montare un caso politico su un manifestante NO TAV che dà della “pecorella” ad un carabiniere lascia stupefatti. Questo episodio dimostra come si ritenga lecito qualsiasi mezzo per screditare questa battaglia civile, mistificando anche le parole di Pasolini.

Propaganda e violenza contrabbandata con un: ” ci vuole fermezza” da parte del ministro dell’interno. Che Stato Repubblicano è mai questo dove si massacrano i suoi abitanti con lacrimogeni, gas e manganelli perché rivendicano libertà costituzionali?

La battaglia contro l’alta velocità ferroviaria è una battaglia  che travalica i confini della Valsusa.

SUL POLO INTERMODALE DI RONCHI DEI LEGIONARI

La regione è in trattative con la società Save di Venezia per la gestione e la vendita dell’aeroporto del FVG. La Save che si occupa della gestione delle infrastrutture e delle attività aeroportuali venete, sta trattando per comperare il pacchetto azionario di maggioranza che la regione FVG detiene.

La strategia che sta alla base dell’accordo fra le due società aeroportuali è di tipo “sinergico” : grandi investimenti in campo ferroviario per offrire un pacchetto di voli distribuito fra l’aeroporto di Venezia e l’aeroporto FVG sito a Ronchi dei Legionari.

In un articolo pubblicato dal quotidiano “Il Piccolo” si illustravano fumosamente i termini dell’accordo tra Regione FVG e Save, interessante era la conclusione dove si affermava che la sinergia sarà possibile: “anche grazie agli investimenti che le due società stanno portando avanti in ambito ferroviario. Tra tre anni sarà pronta la “nuova stazione” dello scalo Isontino, quella che, una volta completata la stazione ferroviaria del Marco Polo, metterà in comunicazione Ronchi con Venezia in mezz’ora.”

La “nuova stazione” dello scalo Isontino ha un nome: Polo Intermodale e fungerà da testa di ponte per la TAV. La stazione è stata progettata con un mare di cemento e prevede di sacrificare 500 ettari di preziosissimo territorio agricolo adiacenti all’aeroporto e la dismissione dell’approvvigionamento idrico del monfalconese e dei paesi limitrofi.

L’acqua verrà erogata dall’Acegas spa, azienda quotata in borsa, che ben saprà sfruttare questa privatizzazione sottotraccia di un bene pubblico come l’acqua. Per dare un’idea della inutilità del Polo Intermodale basta ricordare lo scalo di Cervignano, sito a pochi Km., praticamente inutilizzato.

A Ronchi dei Legionari si sta pianificando un opera elefantiaca che ben si inquadra nelle strategie delle Grandi Opere. Si fanno circolare voci tranquillizzanti sulla TAV, si dice che non si farà mai perché non ci sono i soldi e questo probabilmente è vero: l’opera non verrà mai completata. Ma non è questo il problema, fondamentale è iniziare i lavori per far girare soldi e appalti. Aprire cantieri a macchia di leopardo fa parte di una strategia: meno contigui sono i cantieri e meno controllabili sono i lavori. Le spese in corso d’opera dei tratti della TAV già completati nel nostro Paese hanno lievitato, mediamente, del 300% e in queste cifre si capisce il senso reale delle Grandi Opere: il furto del denaro pubblico.

Ci sarà un motivo se negli appalti delle opere civili la concorrenza funziona pochissimo e vincono quasi sempre imprese nazionali?

Non si può ignorare che il settore degli appalti pubblici è particolarmente afflitto dalla presenza della malavita organizzata, sempre a causa della scarsa competizione possibile e del diffuso intreccio politica-affari che ne segue.

Consiglio: andate a Ronchi, guardate il territorio sito di fronte allo scalo e beatevi del verde, della rinaturalizzazione che in questi anni è avvenuta e incazzatevi perché proprio lì colerà il cemento e un altro pezzo di quello che Napoleone chiamava il granaio d’Europa andrà perduto per sempre.