collettivo difesa litorale carsico Rotating Header Image

SUL POLO INTERMODALE DI RONCHI DEI LEGIONARI

La regione è in trattative con la società Save di Venezia per la gestione e la vendita dell’aeroporto del FVG. La Save che si occupa della gestione delle infrastrutture e delle attività aeroportuali venete, sta trattando per comperare il pacchetto azionario di maggioranza che la regione FVG detiene.

La strategia che sta alla base dell’accordo fra le due società aeroportuali è di tipo “sinergico” : grandi investimenti in campo ferroviario per offrire un pacchetto di voli distribuito fra l’aeroporto di Venezia e l’aeroporto FVG sito a Ronchi dei Legionari.

In un articolo pubblicato dal quotidiano “Il Piccolo” si illustravano fumosamente i termini dell’accordo tra Regione FVG e Save, interessante era la conclusione dove si affermava che la sinergia sarà possibile: “anche grazie agli investimenti che le due società stanno portando avanti in ambito ferroviario. Tra tre anni sarà pronta la “nuova stazione” dello scalo Isontino, quella che, una volta completata la stazione ferroviaria del Marco Polo, metterà in comunicazione Ronchi con Venezia in mezz’ora.”

La “nuova stazione” dello scalo Isontino ha un nome: Polo Intermodale e fungerà da testa di ponte per la TAV. La stazione è stata progettata con un mare di cemento e prevede di sacrificare 500 ettari di preziosissimo territorio agricolo adiacenti all’aeroporto e la dismissione dell’approvvigionamento idrico del monfalconese e dei paesi limitrofi.

L’acqua verrà erogata dall’Acegas spa, azienda quotata in borsa, che ben saprà sfruttare questa privatizzazione sottotraccia di un bene pubblico come l’acqua. Per dare un’idea della inutilità del Polo Intermodale basta ricordare lo scalo di Cervignano, sito a pochi Km., praticamente inutilizzato.

A Ronchi dei Legionari si sta pianificando un opera elefantiaca che ben si inquadra nelle strategie delle Grandi Opere. Si fanno circolare voci tranquillizzanti sulla TAV, si dice che non si farà mai perché non ci sono i soldi e questo probabilmente è vero: l’opera non verrà mai completata. Ma non è questo il problema, fondamentale è iniziare i lavori per far girare soldi e appalti. Aprire cantieri a macchia di leopardo fa parte di una strategia: meno contigui sono i cantieri e meno controllabili sono i lavori. Le spese in corso d’opera dei tratti della TAV già completati nel nostro Paese hanno lievitato, mediamente, del 300% e in queste cifre si capisce il senso reale delle Grandi Opere: il furto del denaro pubblico.

Ci sarà un motivo se negli appalti delle opere civili la concorrenza funziona pochissimo e vincono quasi sempre imprese nazionali?

Non si può ignorare che il settore degli appalti pubblici è particolarmente afflitto dalla presenza della malavita organizzata, sempre a causa della scarsa competizione possibile e del diffuso intreccio politica-affari che ne segue.

Consiglio: andate a Ronchi, guardate il territorio sito di fronte allo scalo e beatevi del verde, della rinaturalizzazione che in questi anni è avvenuta e incazzatevi perché proprio lì colerà il cemento e un altro pezzo di quello che Napoleone chiamava il granaio d’Europa andrà perduto per sempre.

Comments are closed.