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Carbone, scelta per un territorio in mano alle lobby

La scorsa settimana il Collettivo per la difesa del Litorale carsico, bisiacaria in movimento e il comitato per la difesa del friulirurale hanno incontrato  il sindaco di Monfalcone per avere notizie e porre delle domande sul futuro della centrale A2a. Alla luce di quanto è stato discusso durante l’incontro   possiamo affermare che l’A2a sta disegnando per l’Isontino un futuro antistorico che il territorio non merita.

Che il carbone sia il combustibile che emette più anidride carbonica per unità di energia prodotta è acclarato.Tutta la comunità scientifica ritiene l’anidride carbonica la principale responsabile del riscaldamento globale.

 Produrre energia attraverso la combustione del carbone è un po’ come dare fuoco ai mobili per scaldare la casa. Nessun scienziato ne nessuna persona dotata di normale buon senso, mette più in discussione la realtà del “global warming”.

E’ altrettanto vero che il nostro modello di crescita ha utilizzato, dall’inizio della rivoluzione industriale ad oggi, fonti fossili non rinnovabili che hanno alimentato la nostra bulimia energetica e che sono quantitativamente finite.

E’ vero che la Cina stà utilizzando carbone per alimentare la sua crescita, ma è anche vero che la Cina ha investito 50 $ bilioni in energie rinnovabili, diventandone un leder mondiale.

E’ vero che Cina e India hanno investito con lungimiranza in energie rinnovabili, ben di più dei Paesi occidentali.

E’ accertato che l’impatto sulla salute delle centrali elettriche a carbone costa all’Unione europea 42,8 miliardi l’anno e all’Italia 857 milioni di euro. Un conto salato pagato dalle collettività della UE attraverso le spese sanitarie e ambientali che gravano sulle economie che usano i fossili per produrre energia.

E’ vero che il carbone viene pagato in Italia da 570 morti premature l’anno e che per i danni sanitari, economici e ambientali si spendono oltre 2,6 miliardi l’anno. A nostro parere queste incredibili cifre sono in antitesi con una visione di interesse comune e in un Paese come il nostro, che vive una recessione mai vista negli ultimi sessant’anni, queste cifre dovrebbero indurre chi ci governa a porre un freno invece di sragionare di nuove centrali a carbone.

Se l’aumento della produzione da fonti rinnovabili prevista al 2020 dalla Strategia Energetica Nazionale, venisse usata, almeno in parte, per dimezzare la produzione da carbone, si diminuirebbero le emissioni di CO2 (fino a 17 milioni di tonnellate l’anno) e soprattutto si scongiurerebbero quasi trecento morti da inquinamento all’anno” (fonte:http://www.greenpeace.org/italy/it/iononvivoto_info1/).

Timidiamente, dopo un silenzio tombale che durava dal 1998, sembra che a livello nazionale si cerchi di comporre un piano energetico che dovrebbe, non si sa bene ne come ne quando, portare il sistema al 20-20-20.

Oltre oceano, lo sviluppo delle energie rinnovabili va ad integrare la strategia tendente all’indipendenza energetica degli USA. Lo conferma  la notizia che entro il 2050 lo stato di New York soddisferà il fabbisogno attraverso le energie rinnovabili.

Se anche la vicina Austria  si alimenta con il 60% di energia rinnovabile perchè noi dobbiamo e dovremmo subire il carbone?

Sul nostro Territorio, un imprenditore illuminato, investendo in modo intelligente nelle rinnovabili, è diventato virtuoso, pur avendo attività di produzione con una notevole necessità di potenza. Ci si riferisce in modo specifico alla SBE. Bene, in questo quadro, dove nessuno pianifica ( non lo sviluppo non dei prossimi cinquanta anni, ma neanche del prossimo lustro) in Bisiacaria si farnetica il finanziamento di un anacronistica e fumosa centrale a carbone in barba all’allarmante incidenza di tumori.

 Questo poco importa all’azienda A2a che si premura di dimostrare un interesse di facciata pagando il tavolo di discussione istituito con il comune, ben sapendo che i profitti saranno suoi mentre le malattie e i disastri ambientali li paga e li pagherà pantalone.

Domandiamo: nei prossimi due lustri l’industria di Stato sarà in grado di mantenere la competitività navale o si precipiterà nella povertà, colpiti dal dumping proveniente da altri punti cardinali? In questo quadro di crisi è corretto ipotecare la salute dei bisiachi per altri 40 anni senza garanzie occupazionali? Possiamo davvero accettare di produrre solo energia a basso costo con la certezza di generare nuovi schiavi e nuovo inquinamento?

 La politica e le istituzioni hanno il dovere di esprimere la  strategia per un nuovo tipo di sviluppo: pulito, rinnovabile e lungimirante. Un sviluppo fatto di progresso per dare una nuova speranza per i cittadini del  nostroTerritorio.

Questo può avvenire solo se Sindaci e istituzioni riusciranno ad imporre un piano che, utilizzando i cinque anni di esercizio della centrale esistente,  preveda un futuro di energia rinnovabile e un piano per la ricollocazione delle maestranze.

 Con la coogenerazione diffusa e le energie rinnovabili si possono offrire  opportunità alla  valorizzazione del Territorio anche attraverso il lavoro delle aziende e degli artigiani locali. Se, invece, i fumi del carbone e dei rifiuti e le cattive pratiche industriali continueranno ad essere l’unica sinergia allora non ci saranno ne sogni ne sviluppo ne futuro ne per noi ne per le giovani future generazioni..

Noi pretendiamo un assunzione di responsabilità politica che imponga una fine allo sfruttamento di un territorio che ha dato tanto in termini di salute e di inquinamento,vogliamo rispetto e futuro.

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