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L’autostrada a pannelli solari

Un’idea interessante per produrre energia pulita senza impatto sull’ambiente: il posizionamento di pannelli solari sulla barriere divisorie di cemento delle autostrade.

da Corriere.it

L’autostrada a pannelli solari: energia dai terreni marginali

Moduli a film sottile sui blocchi di cemento divisori tra le carreggiate

MILANO – Le autostrade potrebbero diventare il nuovo paradiso del fotovoltaico grazie a un brevetto italiano che coniuga due vantaggi: energia a basso costo e recupero di terreni marginali. «Una delle critiche mosse al fotovoltaico, è l’utilizzo di terreni agricoli per montare i pannelli», spiega a Corriere.it Luciano Paoletti, l’ideatore delle autostrade energetiche. «Con questo sistema si utilizzano aree che non sarebbero in nessun modo sfruttabili per alcuna coltura».

L’autostrada a pannelli solari

L'autostrada a pannelli solari    L'autostrada a pannelli solari    L'autostrada a pannelli solari    L'autostrada a pannelli solari    L'autostrada a pannelli solari

FILM SOTTILE – L’idea di Paoletti è semplice: perché non utilizzare le barriere divisorie in cemento che separano le carreggiate di autostrade e superstrade? La rete autostradale italiana è lunga più di 6 mila chilometri, ai quali vanno aggiunti altre migliaia di chilometri di superstrade, raccordi e tangenziali: la potenzialità quindi è elevata. «Con i pannelli solari fin qui utilizzati, in silicio mono o policristallino sorretti da una struttura in vetro, c’erano problemi di sicurezza nel caso di incidente. Ma con la nuova generazione di fotovoltaico con le cellule a film sottileCigs tutto cambia». Le celle fotovoltaiche in seleniuro di rame-indio-gallio (Cigs è l’acronimo inglese) hanno spessore di pochi micron e possono essere stese come una pellicola sui blocchi di cemento armato che separano le carreggiate, che in gergo vengono chiamate barriere new jersey.

BREVETTO – Il brevetto, del luglio 2011, è assolutamente innovativo: in precedenza c’erano stati casi di pannelli fotovoltaici montati su guard-rail ma solo per brevi tratti. Essendo modulari, l’interruzione per qualsiasi motivo di un tratto di pannelli Cigs (per esempio per un incidente) non comporta il blocco dell’intero sistema. Ovviamente la disposizione dei pannelli non sarebbe sempre ottimale rispetto all’angolazione dei raggi solari, ma ragionando sulle lunghe distanze si avrebbe una buona media, tenuto inoltre conto che le celle Cigs hanno rendimento superiore rispetto ai normali pannelli anche solo con luce diffusa.

UTILIZZI – «La società che gestisce l’autostrada potrebbe utilizzare l’energia prodotta per alimentare i pannelli di segnalazione o addirittura vendere la produzione in eccesso alla rete elettrica», spiega Paoletti, che infine illustra un altro possibile vantaggio del suo brevetto. «Si possono inoltre alimentare anche pannelli di segnalazione di velocità e indicazioni a led delle località che si stanno percorrendo. Oppure si possono integrare fotocellule a led luminosi che segnalano la presenza di autoveicoli in quel tratto e inviare la segnalazione ai Gps montati sui veicoli per segnalare in tempo reale code e rallentamenti».

Paolo Virtuani

 

da Cadoinpiedi.it

L’AUTOSTRADA A PANNELLI SOLARI – FOTO

Luciano Paoletti, ideatore delle autostrade energetiche, spiega: “Con questo sistema si utilizzano aree che non sarebbero in nessun modo sfruttabili per alcuna coltura”

Luciano Paoletti, ideatore delle autostrade energetiche, spiega: "Con questo sistema si utilizzano aree che non sarebbero in nessun modo sfruttabili per alcuna coltura"
Il progetto, come riporta Corriere.it, è stato pensato dall’italiano Luciano Paoletti. La sua idea è molto semplice: utilizzare le barriere divisorie in cemento che separano le carreggiate per l’installazione di pannelli solari.

“Con i pannelli solari fin qui utilizzati, in silicio mono o policristallino sorretti da una struttura in vetro, c’erano problemi di sicurezza nel caso di incidente. Ma con la nuova generazione di fotovoltaico con le cellule a film sottileCigs tutto cambia”, spiega Paoletti.

Le nuove celle fotovoltaiche in seleniuro di rame-indio-gallio hanno infatti uno spessore di pochi micron e possono essere stese con facilità sui blocchi di cemento armato. Inoltre, essendo i pannelli modulari, l’interruzione di un tratto non comporta il blocco dell’intero sistema. Certo, l’inclinazione dei raggi solari non potrà essere sempre ottimale, ma questo è un problema che può essere superato ragionando sulle lunghissime distanze, in grado di mantenere una buona media energetiva.

“La società che gestisce l’autostrada potrebbe utilizzare l’energia prodotta per alimentare i pannelli di segnalazione o addirittura vendere la produzione in eccesso alla rete elettrica”, spiega Paoletti. “Si possono inoltre alimentare anche pannelli di segnalazione di velocità e indicazioni a led delle località che si stanno percorrendo. Oppure si possono integrare fotocellule a led luminosi che segnalano la presenza di autoveicoli in quel tratto e inviare la segnalazione ai Gps montati sui veicoli per segnalare in tempo reale code e rallentamenti”.

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da Risparmiodienergia.it

Il fotovoltaico in arrivo sulle autostrade

La produzione di energia da fonti rinnovabili passa in buona parte per l’uso di pannelli fotovoltaici, ma la limitata disponibilità di spazio ha da sempre creato problemi per la larga diffusione di questi ultimi. L’idea però di realizzarli sulle autostrade ha già accolto larghi consensi e sembra sempre più realizzabile.

Il problema fondamentale connesso con la realizzazione degli impianti solari non è soltanto quello del costo dell’impianto, che chiaramente con grandi investimenti potrebbe essere superato, ma piuttosto quello di trovare delle superfici sulle quali porterli installare. La mozione che viene posta contro la realizzazione dei pannelli in grandi terreni risiede nella giustificata possibilità di realizzare delle coltivazioni su questi terreni invece di utilizzarli per la produzione di energia fotovoltaica. Proprio per questo motivo si è andati alla ricerca di soluzioni alternative per il posizionamento dei pannelli.

Una prima soluzione, come è noto è stata quella di disporli sui tetti degli edifici che in questo modo potevano autoalimentarsi completamente o in parte. Risulta abbastanza ovvio che una soluzione di questo tipo può andare bene per una civile abitazione mentre sembra più complicata, causa mancanza di superficie dedicata, per quanto riguarda leindustrie, che consumano quantitativi energetici estremamente più elevati. E’ forse questo uno dei motivi che rende l’idea di spostare i pannelli sulle lunghe tratte autostradali.

I terreni sui quali vengono realizzate le autostrade posseggono infatti le condizioni perfette per la realizzazione degli impianti poichè non arrecano alcun danno all’agricoltura e perchè possono essere realizzati in prossimità delle grandi carreggiate autostradali che, dal canto loro hanno già cominciato a munirsi di mini pannelli per l’alimentazione dei cartelli autostradali. Realizzare dei pannelli fotovoltaici lungo le autostrade significa avere a disposizione chilometri e chilometri di superficie disponibile da convertire alla produzione di energia fotovoltaica.

L’inventore di questa soluzione, detta “autostrada energetica”, è Luciano Paoletti, che ha mostrato come questo tipo di soluzione necessiti di pannelli con cellule a film sottile, che proprio per la loro sottigliezza possono essere distribuite lungo i tratti che separano le carreggiate autostradali. Il progetto però non si ferma qui perchè potrà essere esteso anche alle autostrade e alle tangenziali. Per arrivare ad una conclusione del progetto con la realizzazione degli impianti sarà però necessario accordarsi con la società Autostrade per installare questi nuovi pannelli, che al contrario dei vecchi non presentano alcun tipo di rischio per gli automobilisti e la mobilità.

da AnconaToday

Tecnologia: ecco i new-jersey fotovoltaici, l’inventore è anconetano

È un anconetano doc l’inventore brevettuale Luciano Paoletti, la cui “creatura” sta facendo parlare di sé dentro e fuori dell’Italia: si tratta dei new-jersey fotovoltaici

È un anconetano doc l’inventore brevettuale Luciano Paoletti, la cui “creatura” sta facendo parlare di sé dentro e fuori dell’Italia: si tratta dei new-jersey fotovoltaici.
L’idea è nata, come racconta lo stesso Paoletti al Corriere Adriatico, nel corso di un viaggio in autostrada, osservando scorrere le note barriere di sicurezza: è il classico “uovo di colombo”, un’idea semplice eppur geniale che può contribuire a risolvere il problema dell’utilizzo di aree verdi per impianti di larga produzione usando aree del tutto inerti, dunque senza nessun impatto ambientale.

Il brevetto è già stato depositato nell’apposito ufficio di Monaco e prevede l’installazione di pannelli estremamente sottili (poco più spessi di un foglio di carta) direttamente sul jersey, del tutto eco-compatibili (con la famosa tecnologia Cigs, in assenza di silicio). L’invenzione di Paoletti non crea nemmeno problemi alla sicurezza: i new-jersey sono infatti del tutto simili a quelli tradizionali (sono solo “colati” diversamente”) e per finire, questa applicazione permetterebbe anche dimonitorare il traffico per mezzo di impulsi tramite apposite fotocellule, per allertare in tempo reale le centrali operative dei gestori autostradali e le forze dell’ordine via gps.

One Comment

  1. Fotovoltaico ha detto:

    molto interessanti le nuove applicazioni dell’energia fotovoltaica descritta da questo articolo, solo perseguendo in questa direzioni riusciremo a costruire un futuro eco-sostenibile.