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IL NODO DEL POLO INTERMODALE

Presidio NO TAV 30 maggio a Monfalcone

Alla presentazione del libro di Possamai sulla TAV a nordest il 28 maggio scorso, il ministro Clini spinge per la TAV fino a Trieste a est e a Tarvisio al confine con l’Austria. Riccardo Illy – dopo aver presentato negli anni scorsi il fantastico e oneroso progetto della Trieste-Divaccia – ora dice che la Slovenia è fuori quindi bisogna passare per l’Austria. In sala era presente Enrico Marchi, presidente della Save di cui è noto l’interesse per l’acquisto dell’aeroporto di Ronchi vincolato allo sviluppo ferroviario (leggesi TAV).

Nel frattempo l’a.d. di ABS Alessandro Trivillin vilmente ricatta dicendo che delocalizza se non verrà fatto l’elettrodotto Redipuglia-Udine Ovest (con istantanea calata di braghe della CGIL).

C’è anche chi si chiede il nesso fra quella linea elettrica voluta in primis da Terna (società di gestione della rete energetica ad alta tensione), il ridotto uso delle centrali di casa nostra l’importazione di energia prodotta con l’atomo in Slovacchia da chissà quale società intermediatrice e l’operatività facendo un esposto per capire se ci sia del dolo o complicità nella gestione della vicenda dell ‘elettrodotto.

Per noi la questione è più chiara. È evidente infatti che l’elettrodotto di certo è assolutamente funzionale  ad una eventuale attuazione dell’Alta Velocità ferroviaria, che di energia ne consuma moltissima, e in particolare del polo intermodale di Ronchi.

Questo non fa che riconfermare il nostro convincimento che è nel nodo gordiano del polo intermodale che si intrecciano gli interessi delle varie lobby affaristiche della regione (ma non solo come si è visto). Poi c’è anche la questione bivio di San Polo…

(Lu.Me+)

Corridoio 5, binario morto…

Dibattito con Luca Rastello 24 maggio 2012

Organizzato dal presidio No Tav Europa

Rivoli (TO), 25 Maggio 2012, Luca Rastello, giornalista de La Repubblica, descrive il suo viaggio lungo il fantomatico corridio 5 che “dovrebbe” collegare Lisbona a Kiev.

Corridoio 5, binario morto…

MONFALCONE A PORTE APERTE

GIOVEDÌ 31 MAGGIO DALLE ORE 17.00

PRESIDIO NO TAV

PARCHEGGIO VIA C. COSULICH

PRESSO ROTONDA SCUOLA MEDIA

DAL 30 MAGGIO AL 1 GIUGNO PRESSO L’HOTEL EUROPALACE A MONFALCONE, SI SVOLGERA’ UN MEGA CONVEGNO A PORTE CHIUSE PER PARLARE DI LOGISTICA E TRASPORTI AL QUALE È PREVISTO PARTECIPERANNO I MINISTRI DI VARI PAESI EUROPEI. CREDIAMO SIA L’OCCASIONE PER FAR SENTIRE LA VOCE DEI CITTADINI DELLA NOSTRA REGIONE CONTRARI  ALLA TAV PERCHÉ INUTILE E DANNOSA.
GIOVEDI’ 31 MAGGIO IL COMUNE DI MONFALCONE OFFRIRA’ UNA CENA PER I PARTECIPANTI AL CONVEGNO, CONSIDERATO CHE I SOLDI SONO DELLA COMUNITA’ FACCIAMOLI SENTIRE IN “COMPAGNIA”…..

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TAV: INUTILE E DANNOSA

Questo il testo del volantino distribuito domenica 20 maggio 2012 alla marcia dei tre laghi presso Selz:

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Corridoio 5, binario morto

Inchiesta de La Repubblica

Corridoio 5, binario morto

C’era una volta l’Alta velocità europea. Un sogno nato negli anni ’90: unire i due estremi del continente con una grande rete di treni veloci. Quasi vent’anni dopo, il progetto stenta a decollare e deve fare i conti con la crisi e alcune defezioni. Viaggio sulla linea che (ancora) non c’è tra Lisbona e Kiev

Repubblica di LUCA RASTELLO (altro…)

TAV: DISTRUZIONE, NON LAVORO

Volantino per la manifestazione del 1° maggio a Gradisca d’Isonzo:

Il 26 aprile ad Opicina il Consiglio sindacale interregionale Nord Est Fvg-Slovenia, cui aderiscono Cgil, Cisl, Uil, Zsss e Ks 90, afferma che il Corridoio V, ma di conseguenza l’Alta Velocità ferroviaria, “doveva e deve continuare a rappresentare una priorità strategica”; non molto tempo fa parlando delle vicende in Valsusa anche la segretaria nazionale Susanna Camusso aveva ribadito di essere a favore del TAV in quanto porta occupazione.
Queste posizioni cadono come una vera mazzata sui cittadini della Valsusa e del Carso e in particolare su tutti quei militanti iscritti ai sindacati confederali che sono impegnati a contrastare la politica delle grandi opere che pesano sul debito pubblico nostro e dei nostri figli.
Sostenere – anche quando la ferrovia tradizionale ha enormi potenzialità volutamente non utilizzate – che una grande opera va realizzata solo perché porta lavoro significa aver un’idea “arcaica” del modello di sviluppo, tutto centrato su grandi opere invasive e fortemente impattanti sul territorio. Il lavoro si costruisce liberando l’economia dalle infiltrazioni mafiose e dagli interessi affaristici, puntando su ricerca, innovazione, scuola e ambiente che per un paese come il nostro sono le principali materie prime.
Noi vogliamo ricordare alla Camusso e ai sindacalisti italiani e sloveni che il TAV non crea lavoro ma lo distrugge, non riduce l’inquinamento ma devasta l’ambiente e mette in discussione centinaia di falde acquifere con gravi conseguenze sul benessere complessivo delle popolazioni della regione.
Infine questi sindacalisti di professione dovrebbero chiedersi quanti posti di lavoro si potrebbero creare con gli oltre 50 miliardi (il costo complessivo dell’opera) se fossero investiti ad esempio in nuove tecnologie, ricerca, interventi sociali o politiche di sostegno al reddito per disoccupati.
Un Km di TAV costa 150 milioni con i quali si potrebbero costruire, 50 asili nido, un ospedale da 300 posti, introdurre un reddito di cittadinanza, ecc.
Il TAV è e rimane un meccanismo perverso di trasferimento di soldi dallo stato sociale (sanità, trasporti, scuola, ecc.) alle tasche di pochi privati e dei loro lacchè ben saldi nei posti di amministratore pubblico (pardon di amministratore per conto terzi).

scarica il pdf del volantino
http://collettivodifesalitoralecarsico.noblogs.org
collettivodifesalitoralecarsico@distruzione.org

Cercheremo di prepararvi una calda accoglienza

da Il Piccolo del 27 aprile 2012

Il Comune fa lobby per l’Adriatico-Baltico

Incontro tra il sindaco Altran e l’eurodeputata Serracchiani. A fine maggio un vertice internazionale

25 APRILE: TRA VECCHI E NUOVI PARTIGIANI

Questo il testo del volantino distribuito a Monfalcone alle celebrazioni per l’anniversario della Liberazione.

25 APRILE
TRA VECCHI E NUOVI PARTIGIANI

A 67 anni dalla Liberazione dai nazi-fascisti una nuova minaccia colpisce il nostro territorio: l’Alta Velocità Ferroviaria.

Simbolicamente come Collettivo Difesa Litorale Carsico partecipiamo alla commemorazione del 25 aprile a Monfalcone in quanto il Collettivo come assemblea popolare di resistenza, fa propria l’eredità della Resistenza storica contro il nazifascismo, che fu lotta per la libertà dei popoli e dei territori e per la rivoluzione sociale, alla quale ci sentiamo accomunati nell’attuale lotta al fascismo di stato che sfrutta e militarizza il territorio e che reprime ogni forma di dissenso e di opposizione che gli impedisca di imporre gli interessi dei poteri forti.

Liberazione è un esercizio quotidiano di Resistenza sui territori
Liberazione vuol dire rifiutare ogni razzismo e fascismo, ogni retorica che promuova guerre tra poveri
Liberazione si esprime nell’essere Partigiani, dalla parte del 99% contro le speculazioni dell’1%
Liberazione significa difendere la Rete come potente strumento di cooperazione sociale, contro ogni censura
Liberazione non ha senso senza solidarietà reciproca e produzione comune di spazi di vita
Liberazione consiste nella conquista di diritti, case, reddito, scuola, soddisfazione dei bisogni oltre la miseria che ci vogliono imporre
Liberazione implica porsi la domanda ‘chi decide’ e rispondersi: noi, assieme
Liberazione non è difendere un potere costituito, ma trasformare il presente e rendere il futuro possibile

La battaglia NoTav è una lotta per i beni comuni: per la difesa dei territori, della salute e dell’ambiente, per i diritti e l’autodeterminazione.

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collettivodifesalitoralecarsico@distruzione.org

Scarica il pdf del volantino

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Contro il Disboscamento di Grado Pineta

Nel silenzio della stampa locale Grado Pineta ha subito un disboscamento che ha privato l’intera comunità di una grossa fetta di pineta.

Solo sul social network facebook è nata una pagina che si è posta lo scopo di denunciare questo atto devastante (da cui è tratta la foto accanto ma sotto segue una nostra galleria fotografica).

Hanno abbattuto mezzo bosco e non è stato bello vedere come hanno disboscato: un’enorme ruspa con un altrettanto enorme pinza che strappava indistintamente ogni albero gli capitasse a tiro, vivo o morto che fosse. Hanno lasciato delle piante pericolanti e un fondo impraticabile anche a piedi. Ora è triste vederne i monconi: platani dal diametro di più di un metro, pini marittimi alti come condomini, acacie ecc. nulla più.

Restano oscuri molti punti della vicenda a partire dalle motivazioni che avrebbero spinto ad un’operazione simile. C’è chi dice  per dar spazio ad una possibile autobotte dei vigili del fuoco qualora ci fosse un incendio (ed ora è certo che di autobotti ne passano comodamente molte di più di una) e c’è chi ha azzardato che sia per fare nuovi parcheggi o per dare un ulteriore passaggio alla spiaggia (direi eccessivo, visto che di strade ce ne sono già abbastanza per essere una zona a traffico limitato). Altri sostengono che il comune di Grado sia tornato proprietario delle strade della Pineta (che finora appartenevano ad una società privata) e che quindi possa aver deciso di effettuare modifiche alla circolazione… Restano però tutte teorie, per ora.

In ogni caso – nonostante si sia ben lontani da quanto successo in Valrosandra o sull’Isonzo – l’ennesimo esempio di stupro dell’ambiente fatto perlomeno con estrema leggerezza. Ma ci sono molte cose in ballo a Grado in questo periodo…

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Operazione “Alvei puliti”

Podrán cortar todas las flores, pero nunca detendrán la primavera.
Pablo Neruda

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