Leggere su Il Piccolo che il leghista Razzini chiede di spostare il rigassificatore di Zaule a Monfalcone può un po’ inquietare perchè non si può che pensare a una boutade di chi ormai non ha niente da perdere, sentire il sindaco di Monfalcone Silvia Altran dire che è una buona idea è già un’altra cosa.
E’ evidente che nessuno dei due ha voluto tenere conto del risultato del referendum dove i cittadini di Monfalcone, appoggiati da tutti i comuni che si affacciano sul golfo, hanno detto un secco no a questa proposta con una schiacciante maggioranza. Come si fa essere eletti da cittadini di cui poi si pensa non siano in grado di intendere e volere? Il no al rigassificatore della Snam a Monfalcone è stato una questione a lungo dibattuta, ai cittadini sono state presentate tutte le ragioni del sì e del no, quelle del sì anche con un grande dispendio di mezzi, visto che i promotori potevano spendere a mani piene per ottenere il consenso. Le ragioni del NO hanno prevalso perchè dalla nostra parte avevamo insigni scienziati locali, come la compianta Margherita Hack, che hanno spiegato come in un mare chiuso come il nostro, dove non c’è sufficiente ricambio d’acqua, un impianto del genere sia una vera sciagura ambientale da evitare a tutti i costi.
Usare la lotta dei comitati contro il carbone della centrale come un grimaldello è di una scorretezza insostenibile, nessuno si è mai sognato di risolvere un problema aggiungendone un altro.
E’ antistorico usare il ricatto per sostenere una politica dove il controllo dell’energia è ben saldo nelle mani delle grandi compagnie che la distribuiscono a prezzi di cartello ( il prezzo dell’energia in Italia è il più caro d’Europa) attraverso il monopolio della produzione e del trasporto: rigassifcatori enormi, centrali a carbone e grandi corridoi energetici.
I Paesi civili stanno andando in un’ altra direzione.
La smettano questi signori con queste loro proposte che non fanno altro che allontanare dal voto gli elettori, e si diano da fare per risolvere i problemi veri di ogni giorno, in primis quello della centrale, e l’inquinamento da essa prodotto, senza tirare fuori dal cilindro alternative non fattibili, come il rigassificatore della Gas Natural (che nessuno vuole) a Monfalcone.