Finalmente la classe politica comincia ad articolare una opposizione concreta ai diktat di A2a. Le ambiguità della azienda nel proporre la riconversione a carbone ( 350 MW che son diventati 675 MW) con annessa combustione di rifiuti, in un territorio che ha tanto dato comincia ad essere, concretamente, smascherata.
Peccato che i politici hanno,eccetto rare eccezioni, sempre brillato per l’assenza tutte le volte che A2a ha presentato il piano industriale.
Nell’ultima occasione, al Palace, dove c’è stata la moltiplicazione dei pani e dei pesci; dove l’A2a ha confermato che l’AIA sarà richiesta per una potenza a carbone di 675 MW l’assenza degli amministratori locali e dei politici regionali era tangibile.
Qualsiasi azienda sfonda una porta aperta quando non esiste opposizione politica a difesa del territorio.Dove, nonostante l’altissima incidenza di tumori e malattie correlate all’inquinamento nessuno chiede venga applicato il principio di precauzione e gli accordi vengono firmati da sindaco e azienda.
Eppur qualcosa si muove: è di qualche giorno fa la proposta politica di un referndum consultivo per l’opzione a carbone della centrale da parte di un politico di maggioranza. Carbone da sempre avversata dall’opposizione che siede sui banchi del consiglio comunale monfalconese.’
E’ anche vero quanto affermato dal vicesindaco di Monfalcone Omar Greco che l’A2a non può essere un problema di Monfalcone, A2a è un problema non solo nazionale ma planetario ed è ora che se ne prenda atto. La Cina ci insegna, attraverso uno studio pubblicato su PNAS, che il legame fra l’inquinameto e le aspettative di vita è strettamente correlato. La politica del governo cinese di fornire carbone gratuito per il riscaldamento ai residenti del fiume Huahie ha portato ad un inquinamento atmosferico nel nord della Cina superiore del 55 per 100 rispetto al sud. Questo fatto incide sula qualità e sulle aspettative di vita dei cinesi con una riduzione di 5,5 anni per problemi cardio respiratori. Vogliamo fare la fine dei cinesi?