collettivo difesa litorale carsico Rotating Header Image

I paladini inaffidabili delle Terme Romane

A Monfalcone esiste l’unica fonte termale della regione, una fonte straordinaria che ha preservato un’acqua fra le migliori d’Europa. La fortuna di Monfalcone era ribadita in un cartello appeso per lungo tempo nell’allora fatiscente edificio delle Terme Romane situate nella zona Lisert. Il cartello portava scritto: “Ridateci le Terme Romane, i cittadini lo chiedono”.

L’articolo 9 della nostra Costituzione enuncia due principi fondamentali: la tutela del paesaggio ( da intendersi nel senso più ampio di beni ambientali) e del patrimonio storico e artistico. Un parere della Consulta estendeva la tutela dell’articolo 9 al “Mantenimento di una salubrità ambientale tale da garantire l’integrità fisica e la vita degli individui”. Quel cartello conteneva una verità semplice e profonda sintetizzando, in una frase il valore di un bene comune e l’abuso perpetrato ai danni della salute, dell’ambiente e dello sviluppo di un territorio dove il diktat industriale ha cavalcato per un secolo la tigre, senza lasciar spazio a quello che la natura aveva donato e menti illuminate avevano preservato e valorizzato.

Nel 2013 le terme sono state inaugurate con la promessa che il ripristino completo, che prevedeva due piscine termali e una darsena lungo il canale est ovest, avrebbe visto il completamento in tempi brevi. Sembra che la storia non sia andata così: si scrive di un rimpallo di responsabilità fra la classe politica regionale e locale e, come sempre nel nostro Paese, i quattrini latitano o non si sa dove siano finiti. Società preposte allo sviluppo del progetto spariscono come per incanto, parlar di recupero delle Terme e di Polo Nautico serve solo per le campagne elettorali? Posso citare i nomi di tutti quelli che si sono riempiti la bocca con lo specchietto delle allodole delle Terme inaugurate più volte.

Mi auguro che la nuova amministrazione, di concerto con regione e Consorzio Industriale, diano impulso a un nuovo progresso dove vengano valorizzate le peculiarità che, come le terme e la nautica da diporto, possono dare lavoro qualificato e sviluppo per l’indotto. Le industrie pesanti impattano sull’ambiente (vedi la centrale a carbone che progetta di diventare inceneritore) senza dare in cambio nulla, la tecnicizzazione e la robotica tagliano la richiesta di mano d’opera: non esiste più l’alibi dei posti di lavoro e i cittadini lo hanno capito da tempo.

Andreossi Liviana

Collettivo difesa litorale carsico

Comments are closed.