da info-action
La VIA della mafia di Stato
Sembra quasi incredibile eppure è successo: da un lato il Ministero dell’Ambiente manda ai Comuni del Veneto e del Friuli Venezia Giulia il progetto preliminare unificato che raggruppa i quattro progetti presentati nel 2010 per ottemperare al fatto che la VIA deve essere unitaria sull’intera tratta Venezia-Trieste e non a singoli pezzi (il cosiddetto “salami slicing”) chiamando i Comuni ad esprimere il parere entro trenta giorni cioè entro il 28 luglio e dall’altro lato il Commissario Straordinario per l’Asse ferroviario Venezia-Trieste sta conducendo le consultazioni con i Comuni del Veneto per farli esprimere su un progetto di fattibilità che prevede la nuova linea AV/AC in affiancamento alla linea ferroviaria esistente. Un vero e proprio corto circuito istituzionale che dimostra in realtà come a governare la situazione sia la mafia dei Partiti (PD e PDL in primis) che non intende mollare l’osso dell’ex Corridoio 5 perché ha troppi interessi in cantiere e troppe spartizioni già avviate ed innazitutto non vuol perdere i soldi dell’europa per la progettazione, “almeno quelli ci dobbiamo spartire” si dicono fra loro.
La situazione è bellissima perchè adesso vedremo fino a che punto i Sindaci sono servi e si mettono le famose fette del “salami slicing” davanti agli occhi. E’ per questo che la battaglia va fatta immediatamente verso i Sindaci per costringerli a prendere una posizione che è semplicemente un atto dovuto sul piano istituzionale cioè devono dare parere negativo e rispedire tutto al mittente per manifesta contradditorietà.
Bisogna far circolare la lettera di Mainardi del 13 luglio dove certifica che per il tracciato litoraneo si è espressa in modo contrario la quasi unanimità dei Sindaci del Veneto. Ed allora? La conseguenza è evidente: tutti i Sindaci del Veneto e del FVG devono dire NO senza titubanze a questo progetto senza che sia neanche necessario entrare nel merito per il tratto di progetto che li riguarda.
Rassegna stampa
dal Messaggero Veneto del 22 luglio 2012
Comitati No Tav: i sindaci respingano il parere di Via
SAN GIORGIO Inviate ai sindaci coinvolti sul parere di Via per la tratta Av/Ac Venezia–Trieste dal Coordinamento NO Tav della Bassa Friulana, le lettere nelle quali si cheide il respingimento del Via al progetto del 2010, a fronte della bocciatura, da parte del commissario straordinario, Bortolo Mainardi, del tracciato “Litoraneo” favorendo invece l’affiancamento alla linea esistente. Il Coordinamento denunciando ai sindaci questa «pesantissima contraddizione» e chiedendone la bocciatura del parere di Valutazione d’impatto ambientale richiesto dal Ministero, affermano attraverso il portavoce Paolo De Toni: «È pervenuta a tutti i Comuni della Regione coinvolti nell’opera, la richiesta di pronunciarsi entro il 28 luglio sul Via unificato del progetto preliminare del 2010 dell’intera linea Ve-Ts, che prevede, per quanto riguarda la tratta Veneta, il cosiddetto tracciato litoraneo che è stato respinto da tutti i comuni interessati. Il commissario straordinario Mainardi, su carta intestata del Ministero alle Infrastrutture e Trasporti, ha inviato a luglio ai Comuni del Veneto una lettera sulla Nuova Linea Av/Ac Venezia – Trieste (tratta Mestre/Carpenedo – Portogruaro), nella quale sostiene che in questa prima fase di confronto ha registrato il quasi unanime del dissenso dei Comuni al Tracciato “Litoraneo” del Progetto Preliminare 2010, mentre appare favorevole allo scorrimento parallelo alle linea esistente. Si tratta ovviamente di una contraddizione insanabile tra il Via Ministeriale e l’ attività istituzionale del commissario straordinario. Siamo di fronte ad un gravissimo corto circuito istituzionale- dice- che i sindaci chiamati a dare il parere non potranno esimersi dal rilevare dando non solo parere negativo ma stigmatizzando la mancanza di serietà del Ministero, della Regione e del commissario stesso. Ma c’è di più: la Slovenia, prima dichiara di ritirarsi dall’opera e poi il commissario europeo Brinkhorst a il viceministro ai Trasporti Ciaccia (Banca Intesa) presentano addirittura la formazione del Gruppo europeo di Iniziativa economica assicurando che la tratta Transfrontaliera Italia-Slovenia si farà quanto prima, superando tutti i dubbi del geologo Carlo Comin, che non se la sente di andare a forare il Carso e nel 2010 ha rinviato l’inizio lavori di almeno 50 anni per avere la certezza di non trovare “grotte impossibili” dove si andrà a scavare. Se a questo – conclude – aggiungiamo le perplessità della Francia sulla Torino-Lione, l’abbandono definitivo di Lisbona e lo stato disastrato dell’economia Spagnola, vediamo che la politica italiana su questa infrastruttura è completamente smascherata. È il momento da parte dei sindaci di dire la verità: l’ex-Corridoio 5 non serve a nulla».
Francesca Artico
Da Il Piccolo del 20/07/12
Tav, uno stralcio per il bivio S. Polo
Riproposto tale e quale, solo non slegato dalle altre tratte, il progetto della linea ad Alta velocità-Alta capacità ferroviaria torna a essere oggetto delle pesanti osservazioni del Comune di Monfalcone.
A rinforzare le “critiche” del Consiglio comunale, che vanno dall’assenza di un piano economico-finanziario alla collocazione dei cantieri, si aggiunge, però, ora l’ordine del giorno presentato dal Partito della rifondazione comunsita e approvato a maggioranza dal centrosinistra.
Sul documento, che di fatto impegna il sindaco a chiedere lo stralcio dell’intervento sul bivio di San Polo dalla legge obiettivo, si sono astenuti ben quattro consiglieri del Partito democratico (Marco Ghinelli, Lucia Giurissa, Paolo Fogar e Andrea Davanzo), a dimostrazione delle diverse sensibilità esistenti sul tema, oltre al capogruppo di Sinista ecologia e libertà, Giovanni Iacono.
L’altra sera in aula Iacono aveva portato un altro documento, di contrarietà netta al progetto Tav e «non negoziabile», che alla fine è stato bocciato in modo netto.
L’ordine del giorno di Rifondazione si occupa, se si vuole, di un aspetto di dettaglio, facendo propria però la richiesta del Comitato No Tav e delle associazioni ambientaliste di slegare la questione del potenziamento del nodo di San Polo dal progetto dell’Alta velocità. Un’opera ritenuta necessaria per dare impulso al trasporto su rotaia, evitando però l’impatto, ritenuto devastante dai contrari, del progetto Tav.
«Eravamo e siamo convinti che sia meglio calare il documento sul territorio, perché più utile», spiega il segretario provinciale e consigliere comunale di Rifondazione comunista, Alessandro Saullo.
«Il sindaco Silvia Altran – aggiunge – è stata in ogni caso impegnata ad adoperarsi in difesa dell’integrità del territorio, evidenziando nelle sedi opportune le criticità emerse riguardo all’impianto progettuale, in particolar modo nel transito nell’area carsica, e la intollerabile gravità degli impatti segnalati».
A fronte del documento, il sindaco dovrà poi per l’appunto presentare richiesta all’amminisrtrazione regionale del Friuli Venezia Giulia, affinché si provveda alla stesura di uno specifico e prioritario progetto, riguardante la riqualificazione della linea storica, nel tratto del bivio San Polo, tale però da «garantire il minimo impatto sul territorio, richiedendo lo scorporo dello stesso dalle procedure sottoposte alla legge obiettivo». «Una legge che minimizza il ruolo dei Comuni e delle comunità – sottolinea Saullo -. Tant’è che il progetto è stato ripresentato identico, senza tenere alcun conto delle osservazioni presentate un anno e mezzo fa».
Laura Blasich