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IL NODO DEL POLO INTERMODALE

Presidio NO TAV 30 maggio a Monfalcone

Alla presentazione del libro di Possamai sulla TAV a nordest il 28 maggio scorso, il ministro Clini spinge per la TAV fino a Trieste a est e a Tarvisio al confine con l’Austria. Riccardo Illy – dopo aver presentato negli anni scorsi il fantastico e oneroso progetto della Trieste-Divaccia – ora dice che la Slovenia è fuori quindi bisogna passare per l’Austria. In sala era presente Enrico Marchi, presidente della Save di cui è noto l’interesse per l’acquisto dell’aeroporto di Ronchi vincolato allo sviluppo ferroviario (leggesi TAV).

Nel frattempo l’a.d. di ABS Alessandro Trivillin vilmente ricatta dicendo che delocalizza se non verrà fatto l’elettrodotto Redipuglia-Udine Ovest (con istantanea calata di braghe della CGIL).

C’è anche chi si chiede il nesso fra quella linea elettrica voluta in primis da Terna (società di gestione della rete energetica ad alta tensione), il ridotto uso delle centrali di casa nostra l’importazione di energia prodotta con l’atomo in Slovacchia da chissà quale società intermediatrice e l’operatività facendo un esposto per capire se ci sia del dolo o complicità nella gestione della vicenda dell ‘elettrodotto.

Per noi la questione è più chiara. È evidente infatti che l’elettrodotto di certo è assolutamente funzionale  ad una eventuale attuazione dell’Alta Velocità ferroviaria, che di energia ne consuma moltissima, e in particolare del polo intermodale di Ronchi.

Questo non fa che riconfermare il nostro convincimento che è nel nodo gordiano del polo intermodale che si intrecciano gli interessi delle varie lobby affaristiche della regione (ma non solo come si è visto). Poi c’è anche la questione bivio di San Polo…

(Lu.Me+)

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